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A Bari si studia l’eclissi degli Svevi:

a convegno 18 grandi storici medievisti europei

E i burattini del Granteatrino Casa di Pulcinella raccontano lo scontro finale tra Manfredi e Corradino di Svevia e il nemico Carlo D’Angiò


Venerdì 8 ottobre alle ore 12, presso il Centro di Studi Normanno-Svevi (al III piano, lato Via Nicolai, dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”) si è svolta la conferenza stampa di presentazione delle diciannovesime Giornate normanno-sveve dal titolo “Eclisse di un regno. L’ultima età sveva (1251 – 1268)”.

Presenti: Pasquale Cordasco, rappresentate del comitato scientifico, Pietro Pepe, rappresentate della Regione Puglia nel Consiglio d’Amministrazione del Centro di Studi, e Paolo Comentale, direttore artistico del Granteatrino Casa di Pulcinella.


Il tema

“Sole del mondo che risplende tra le genti, costruttore di pace e sole della giustizia” sono alcuni dei termini che il Manfredi utilizzava nel 1250 in una lettera ai sudditi, per comunicare la morte del padre Federico. Dava così il via all’inizio del mito dell’età aurea federiciana. Invece nel 1268 Corradino, figlio di Corrado IV e nipote di Federico, scendeva in Italia per riconquistare il regno dagli angioini; ma, dopo la sconfitta di Tagliacozzo, il 29 ottobre dello stesso anno, veniva decapitato a Napoli all’età di 16 anni. Così fu dato il via nella letteratura, come la chiama Salvatore Tramontana, alla “leggenda nera” degli Angiò in Italia.

Diciassette anni che segnano la fine della dinastia sveva e l’inizio di quella francese sotto la benedizione di papa Urbano IV. Diciassette anni che vedono la presenza di tre sovrani svevi, Manfredi, Corrado IV e Corradino contro il fratello del re di Francia, Carlo I d’Angiò. Ma come fu vissuta l’eclisse di questo regno? Cosa avviene nel regno? Le leggi e l’idea di Stato monarchico sveve che avevano attirato le attenzioni negative e positive, dei contemporanei continuarono nel tempo? Insomma, fu vera gloria?


Diciotto storici di tutta Europa

Queste e tante altre domande saranno al centro delle diciannovesime Giornate normanno-sveve: si terranno a Bari, presso il Salone degli Affreschi dell’Ateneo, dal 12 al 15 ottobre. Diciotto storici provenienti dalle università di tutta Europa discuteranno sull’ultima età sveva dal 1251 al 1268. Un periodo caratterizzato da una partita a tre tra: Corrado IV erede legittimo dell’impero e del regno di Sicilia, il fratellastro Manfredi principe di Taranto e vicario del re nel Mezzogiorno e i baroni meridionali, sostenuti dalle città che si sentivano libere dal giogo fiscale e politico dello svevo. Un periodo pieno di contraddizioni che sarà esaminato sotto diversi punti di vista: dalle istituzioni ecclesiastiche ai gruppi etnici e sociali, il rapporto tra città e poteri feudali, l’amministrazione fiscale regia e del demanio, l’organizzazione militare e la conduzione agricola, la produzione letteraria, documentaria, artistica e materiale, fino ad analizzare la memoria degli ultimi sovrani svevi nel Rinascimento e nell’Ottocento. Importanti saranno gli studi sul corpus documentario recentemente ritrovato in Austria sul governo di Corrado IV.


I burattini

Ed ecco la grande novità di quest’anno: il giorno prima dell’inizio delle giornate, lunedì 11 ottobre alle ore 11 nell’atrio del Palazzo Ateneo, lo spettacolo “La corda e il canto. Ovvero la Gran battaglia tra Manfredi e le truppe di Carlo d’Angiò con la tragica fine di Corradino nella Piazza del Mercato di Napoli” a cura del Granteatrino Casa di Pulcinella di Paolo Comentale.


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